“Lo vidi nel fervore dell’opera sua, incurante di ogni comodità e senza badare a disagi, a strapazzi, a sacrifici, andare in motocicletta, al sole ardente o al soffiare impetuoso del gelido Borea, alle trincee, dove egli stesso dava la chinina ai soldati, per essere sicuro che la prendessero, e diceva loro parole di persuasione, di incoraggiamento e bontà” .
“A tutti egli mostrava senza stancarsi, indicando, ripetendo con pazienza, richiamando alla nostra attenzione, quasi ansiosamente, queste o quelle nozioni correlative necessarie ad intendere, non pago nè tranquillo se tutti non avessero visto ed osservato, non avessero capito perfettamente tutto. Allora il viso buono gli si illuminava di contentezza, e continuava l’autopsia. Parlava con ardore e vivacità, girandosi a guardare in faccia un po’ tutti, lieto del nostro interessamento e talora anche della nostra impazienza rumorosa e curiosa”.
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